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4 feb 2011

MIO PAPÁ GIANFRANCO

Mio padre ha 84 anni e il suo cuore è debole ma mi ha promesso di non morire finchè non ricomincio a camminare in quanto non potrei andare al suo funerale.
Ė stato un uomo importante per il lavoro che ha fatto e per l’educazione che mi ha dato, mi ha sempre detto che quello che conta è quello che si ha in testa o in cui si crede, la laurea è solo un pezzo di carta che si usa quando si cerca lavoro all’inizio della carriera, ma poi quello che conta è quello che si fa e che opinioni hanno quelli che ti lavorano vicino.
Quando ho avuto l’incidente quasi mortale è venuto con mia madre in California per mesi e mesi per starmi vicino e poi è tornato molte altre volte dopo per seguire di persona il mio recupero.
Da sempre mi aiuta dandomi soldi e specialmente dal 2005, o dal mio incidente ha finanziato le mie cure ed il mio divorzio.
Spero che anche se vivo a mezzo mondo di distanza lui senta il bene ed il rispetto che ho per lui, perché non so se e quando potrò tornare a Verona a trovarlo.
Anche se è in pensione da 20 anni ha ancora molti colleghi con cui tiene i contatti e che lo ricordano con grande rispetto, io so molte sue storie della sua vita prima che io nascessi e spero un giorno di poterle raccontare a mio figlio Brent, perché hanno tanto da insegnare sulla forza di carattere e chiarezza di intenti.
La sua eredità è più preziosa del valore monetario di quello che riceverò, sarà chiarezza sui valori morali e famigliari e la capacità di mettere in ordine di importanza le cose che si devono fare o i problemi da affrontare. Queste sono cose che tramanderò a mio figlio Brent andando avanti dicendogli che le ho imparate da suo nonno.

18 gen 2011

RICOMINCIO

Dopo più di 5 anni da disabile in sedia a rotelle senza far niente, tranne provare anche l’impossibile per tornare ad essere quello che ero con metodi anche non medici ho cominciato a dare lezioni di lingua Italiana alle tre figlie di una amica e comincio presto a farlo anche alla Università di Ventura, che è vicina a me, il sentirmi utile ancora dopo tanti anni di completa inattività mi entusiasma e mi dà la carica ed il buonumore per continuare la mia rieducazione fisica che è di suprema importanza per me per tornare ad essere un uomo ed un padre completo.
Ho studiato che il cervello è plastico nel senso che si modifica e costruisce nuove connessioni tra neuroni in continuazione, e specialmente quando si fa qualcosa di nuovo.
Io questo insegnare la mia lingua madre lo vedo come un altro modo di fare terapia rieducativa e sono certo che mi aiuterà.
Poi tra pochi giorni il mio divorzio sarà completo e mi sto organizzando per essere vicino ai miei figli Brent e Giorgia che sono ancora tanto giovani e in fretta impareranno come gestire la loro vita in autonomia.
La mia ex-moglie si accorgerà dell’errore che ha fatto ad abbandonarmi, e tornerà ad essere sola com’era quando la incontrai, ci sono ancora almeno 30 anni di vita di fronte a noi e può succedere di tutto.

8 dic 2010

GIAN BATTISTA


Fu il fondatore della fabbrica di organi Lingiardi di Pavia. Naque il 29 novembre 1765 a Mozzanica. Nel 1779, all’età di 14 anni, si trasferì a Pavia per lavorare come operaio presso la bottega organaria degli Amati. Nel 1807, sempre a Pavia, aprì una propria bottega che, dopo qualche insuccesso, incominciò ad affermarsi in particolare per le caratteristiche timbriche dei propri strumenti che presentavano dei registri di ripieno particolarmente limpidi, omogenei e cristallini. Costruì circa 40 strumenti ma la sua bottega, nel corso di quasi tutto l’800 grazie soprattutto ai figli Giacomo e Luigi, continuò a produrre strumenti sempre più prestigiosi affermandosi tra le primissime fabbriche italiane di organi a canne, degna rivale della prestigiosa fabbrica Serassi di Bergamo. E’ proprio grazie agli scritti lasciati dal figlio Luigi che possiamo carpire alcuni aspetti della personalità di Gian Battista Lingiardi. Nei racconti della propria infanzia e giovinezza, Luigi fa emergere la figura di un padre buono, paziente ma anche molto scrupoloso. Un padre attento all’istruzione dei figli e alla loro crescita culturale e professionale. Inoltre, è dalle stesse parole del figlio Luigi che abbiamo l’immagine chiara e sintetica di Gian Battista Lingiardi come uomo e come artista, egli afferma che il padre: “per prontezza d’ingegno, consumata pratica in ogni ramo, unite a fior di buon senso artistico ”svolgeva, nella bottega, un’attività pari a quella di “tre esperti lavoratori”. Poi aggiunge: “in lui pertanto noi dobbiamo riconoscere la fonte prima della nostra prosperità ed essergli grati non solo come padre amoroso, ma anche come artista illustre”. Gian Battista Lingiardi muore il 15 Marzo 1850.

29 nov 2010

TRADIZIONE ORGANARIA

Gian Battista Lingiardi fu il fondatore della fabbrica di organi Lingiardi di Pavia. Nacque il 29 novembre 1765 a Mozzanica.
Nel 1779, all’età di 14 anni, si trasferì a Pavia per lavorare come operaio presso la bottega organaria degli Amati.
Nel 1807, sempre a Pavia, aprì una propria bottega che, dopo qualche insuccesso, incominciò ad affermarsi in particolare per le caratteristiche timbriche dei propri strumenti che presentavano dei registri di ripieno particolarmente limpidi, omogenei e cristallini. Costruì circa 40 strumenti ma la sua bottega, nel corso di quasi tutto l’800 grazie soprattutto ai figli Giacomo e Luigi, continuò a produrre strumenti sempre più prestigiosi affermandosi tra le primissime fabbriche italiane di organi a canne, degna rivale della prestigiosa fabbrica Serassi di Bergamo.
E’ proprio grazie agli scritti lasciati dal figlio Luigi che si può carpire alcuni aspetti della personalità di Gian Battista Lingiardi. Nei racconti della propria infanzia e giovinezza, Luigi fa emergere la figura di un padre buono, paziente ma anche molto scrupoloso. Un padre attento all’istruzione dei figli e alla loro crescita culturale e professionale.
Inoltre, è dalle stesse parole del figlio Luigi che si ha l’immagine chiara e sintetica di Gian Battista Lingiardi come uomo e come artista, egli afferma che il padre: “per prontezza d’ingegno, consumata pratica in ogni ramo, unite a fior di buon senso artistico ” svolgeva, nella bottega, un’attività pari a quella di “tre esperti lavoratori”. Poi aggiunge: “in lui pertanto noi dobbiamo riconoscere la fonte prima della nostra prosperità ed essergli grati non solo come padre amoroso, ma anche come artista illustre”.
Gian Battista Lingiardi muore il 15 Marzo 1850.
Ernesto fu uno dei suoi nipoti che si convinse che il tono “umano” del suono degli organi che costruiva era dovuto al fatto che lui intonava le canne di piombo puro a fiato mettendole in bocca, che era infettata dal piombo ma che al tempo non si sapeva che era cancro. Fu di questo che morì perché non smise mai di intonare le canne, anche se era doloroso.

28 ott 2010

LA CURA CONTINUA

I miei contatti giornalieri con medici esperti in terapie aggiuntive per la riabilitazione di traumi che la medicina ufficiale ancora non sa come trattare mi fa fare adesso una serie di terapie poco comuni per aiutare la formazione di neuroni nuovi al posto di quelli che sono morti nell'incidente che ho avuto 5 anni fa.
L’ossigenoterapia che ho al momento sospeso attiva le mie staminali che sono nel midollo osseo e che aiuto prendendo dei glico nutrienti che vengono usati per chi ha Alzheimer con successo già da qualche anno e in più ho cominciato a fare massaggi secondo la tecnica di Up-ledger che movimentando il midollo spinale crea spazio per i nuovi neuroni che si formano.
Poi ho comprato un telaio di supporto per aiutarmi a stare dritto in piedi per ore, perché sono seduto in una sedia a rotelle da 5 anni e ho l’osteoporosi, quindi ho ossa fragili e se dovessi cadere mentre cammino e rompessi un osso e sarebbe una tragedia perché dovrei restare almeno seduto per mesi e magari non potrei neanche provare a camminare mai più.
Quindi ho cominciato a fare terapie per aiutare il cervello a ripararsi così quando mi compro la camera iperbarica portatile per continuare a fare ossigenoterapia non ci sarà più nessun motivo fisico perché non possa tornare quello che ero.
Poi se tutto funziona come dovrebbe verrò a Verona coi miei figli d’estate così migliorano il loro Italiano e vedono di persona le ricchezze storiche, artistiche ed architettoniche che abbiamo in Italia che io considero la culla della civiltà occidentale.

16 ott 2010

ELISABETTA

La mia assistente per il mangiare e il recupero mentale e fisico ha un sacco di “titoli” che uso a seconda del momento, il suo nome che viene usato da tutti è Beth ma ogni tanto io la chiamo sorella, tanto mi aiuta e ci tiene al mio recupero fisico, poi la chiamo anche suora perché è la persona più Cattolica che abbia mai conosciuto, sa a memoria molti libri della Bibbia e spesso cita passaggi di letture sacre a seconda di quello che sente al momento.
E’ madre di 5 figli che vanno dai 28 ai 20 anni, è ha 7 anni più di me e mi tratta come fossi il fratello minore, suo marito Joe è una persona di grandissima generosità e pazienza, io non so se potrei mai lasciar fare a mia moglie quello che fa lui da circa 2 anni.
Io la pago pochissimo per le sue ore di lavoro con me e niente per le decine di ore di lavoro per me, che fa per parlare con la mia assicurazione medica, coi miei medici e con tutti (tanti) gli esperti di ossigenoterapia con cui sono in contatto da anni.
Sento che il minimo che posso fare per ringraziarla di tutto quello che fa ed ha fatto per me è di portarla con me in Vaticano quando potrò camminare con indipendenza ancora e potrò anche lavorare come sono stato programmato a fare dalla nascita.
La mia ricchezza genetica da Italiano con avi che costruirono decine di organi ancora oggi usati in chiese dalla Liguria all’Emilia e tanti altri collegamenti genetici che solo un Italiano può avere la affascinano ed arricchiscono ed il nostro parlare ed argomentare su soggetti dei più vari aiuta il suo pensiero e la mia riabilitazione logica e mentale come nient’altro al mondo può fare.

8 ott 2010

PERDITE

Se nel mio incidente non ho perso la vita, ho perso tutto il resto, cioè quello che amo e mi è caro anche adesso a quasi 5 anni da quel momento.
La lista di quello che ho perso è lunghissima, va dalla perdita della moglie che amo immensamente ancora, anche se mi fa le corna col mio dottore specialista in trauma cranico di Santa Barbara e che vive con lui e coi miei due figli che posso vedere solo poche ore il Sabato o la domenica, poi non posso neanche più lavorare, che considero la mia specialità e fare sport tipo corsa, nuoto e ciclismo che mi davano tantissima gioia e che con lo sci d’inverno mi davano un fisico almeno 10 anni più giovane.
Il suonare il mio piano a mezza coda era anche quello un passatempo di grandissima soddisfazione perché anche se non ero un bravo pianista mi stimolava con le difficoltà e il mio amore per Bach.
Il mio rifiuto totale di accettare che la mia vita sia finta ha generato la mia dedizione alla ossigenoterapia che è così logica e semplice che non smetto di fare finchè o non comincio a camminare o qualcuno non mi spiega con dati scientifici ed esempi reali che le mie speranze e i miei sodi sono tutti sprecati e che è meglio che cominci a fare i conti con la mia realtà da disabile che non tornerà mai più com’era.
Questa è una foto di mia moglie quando prima di sposarla l’avevo portata a Venezia, i miei ricordi di quei tempi, circa 16 anni fa sono ancora vivissimi e mi fanno soffrire quando ci metto vicino quello che mi sta facendo da quasi 5 anni.

20 ago 2010

REALTÁ

Quello che mi fa imbestialire del fatto che mia moglie viva col mio ex-dottore è che me l’abbia nascosto per mesi e me l’ha detto solo quando cercavo di fissare un appuntamento con lui nel suo ufficio.
Ho decine di email che lui mi ha mandato mentre era alle Hawaii con mia moglie, mi dava consigli sui medicinali che prendevo e addirittura mi mandava ricette per comprarli.
Il più bel paragone che ho sentito è quello del prete che molesta sessualmente dei bambini, nessuno se lo aspetta e perfino la chiesa cerca di nascondere il misfatto, ma quando viene fuori è un casino per tutti quelli coinvolti, per me è lo stesso, non avrei mai potuto immaginare che il mio medico si scopasse mia moglie e anche se tutti quelli intorno a me mi dicevano che è stata Michele a fare una scelta matura di innamorarsi e scoparsi un medico famoso nella città più bella d’America adesso sono io che ho convinto tutti che mia moglie ha subito lo shock di perdermi come ero e a causa della confusione mentale ha trovato un bastardo con le braccia aperte che la consola, la scopa e fa da padre ai miei figli che sono ancora troppo giovani per capire quello che la madre gli sta facendo e cerca di raccontargli menzogne enormi per salvare le apparenze.
Io comunque capisco il dolore per la mia perdita come l’uomo che ero e continuo a condannare a pene infernali l’amante che non merita neanche di continuare a fare il lavoro che fa.