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9 feb 2011

ITALIANO E RELIGIONE

Adesso la mia attività principale è diventata quella di insegnare l’Italiano come lingua straniera a studenti Americani, ho cominciato a dare lezioni a figlie di un medico che conosco bene qui a Ventura e adesso sono ufficialmente un tutore di lingua Italiana al college di Ventura. Questa è una cosa di cui sono fiero e che voglio far vedere ai miei figli, che di Italianità hanno ancora tutto da imparare, anche se la lingua la capiscono bene e Brent la parla anche.
Ho conosciuto la professoressa titolare della cattedra di Italiano e ho già alcuni studenti che mi hanno contattato per avere il mio aiuto a fare i compiti e spiegare meglio, con esempi forme grammaticali della lingua.
Nel frattempo spendo sempre un sacco di ore a studiare filosofia antica e metafisica in relazione a religioni e sono arrivato alla certezza che il Gesù che ho detto di aver visto e avergli parlato mentre ero in coma in realtà ero io in forma di anima.
Un mio amico esperto in metafisica mi ha detto che ho visto il mio io come fosse Gesù perché sono cresciuto con educazione Cattolica nel paese del Vaticano, ma se fossi un indiano d’America avrei visto un bisonte o se indiano d’India avrei visto un uomo blu.
Questo mi ha fatto riconsiderare tutto quello che la religione Cattolica mi aveva insegnato fin da bambino e cioè che non esiste un Dio personale o con figura umana come viene dipinto o descritto da secoli e che non interviene in nessun modo nella vita umana per cambiare quello che la natura o il caso fanno succedere.
Si pensi a quanti morti ci sono in casi di terremoto o eruzione vulcanica o ad incidenti mortali come il mio, se Dio potesse veramente avere qualche influsso nella realtà non credo che queste cose potrebbero succedere e se poi penso alle migliaia di Ebrei morti in campi di concentramento Nazisti rifiuto di pensare che un Dio non abbia fatto niente per salvarli perché erano Ebrei.
Il Dio in cui credo è la conoscenza intelligente cumulativa dell’uomo, o umana che è chi mi ha parlato in spoglie di Gesù e che come tale sapeva tutto quello che mi sarebbe successo se avessi scelto di tornare in vita. Il caso mi ha fatto essere in bicicletta dove ero quando venni investito e nessun Dio o angelo custode avrebbe potuto intervenire in modo da evitarmi l’incidente, è stato il mio corpo allenato e la mia mente fortissima che mi ha fatto sopravvivere un danno che pochissime altre persone avrebbero superato e l’amore per i miei figli mi ha dato la forza di restare vivo, e continua a darmi forza e convinzione che vale la pena di vivere per vederli crescere e insegnarli il più possibile.
Ho sviluppato un termine di referenza temporale che da qualche ora o giorno, come era è diventato di anni, quindi adesso penso e faccio programmi su quello che farò tra 10 o 15 anni, cioè quando i miei figli saranno ventenni e non saranno ancora nel pieno della carriera di lavoro né sposati anche.

4 feb 2011

MIO PAPÁ GIANFRANCO

Mio padre ha 84 anni e il suo cuore è debole ma mi ha promesso di non morire finchè non ricomincio a camminare in quanto non potrei andare al suo funerale.
Ė stato un uomo importante per il lavoro che ha fatto e per l’educazione che mi ha dato, mi ha sempre detto che quello che conta è quello che si ha in testa o in cui si crede, la laurea è solo un pezzo di carta che si usa quando si cerca lavoro all’inizio della carriera, ma poi quello che conta è quello che si fa e che opinioni hanno quelli che ti lavorano vicino.
Quando ho avuto l’incidente quasi mortale è venuto con mia madre in California per mesi e mesi per starmi vicino e poi è tornato molte altre volte dopo per seguire di persona il mio recupero.
Da sempre mi aiuta dandomi soldi e specialmente dal 2005, o dal mio incidente ha finanziato le mie cure ed il mio divorzio.
Spero che anche se vivo a mezzo mondo di distanza lui senta il bene ed il rispetto che ho per lui, perché non so se e quando potrò tornare a Verona a trovarlo.
Anche se è in pensione da 20 anni ha ancora molti colleghi con cui tiene i contatti e che lo ricordano con grande rispetto, io so molte sue storie della sua vita prima che io nascessi e spero un giorno di poterle raccontare a mio figlio Brent, perché hanno tanto da insegnare sulla forza di carattere e chiarezza di intenti.
La sua eredità è più preziosa del valore monetario di quello che riceverò, sarà chiarezza sui valori morali e famigliari e la capacità di mettere in ordine di importanza le cose che si devono fare o i problemi da affrontare. Queste sono cose che tramanderò a mio figlio Brent andando avanti dicendogli che le ho imparate da suo nonno.